Psicoterapia cognitivo comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una disciplina scientificamente fondata, la cui validità è suffragata da centinaia di studi, che la confermano nel ruolo di trattamento psicologico d'elezione per la stragrande maggioranza dei problemi emotivi e comportamentali.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale, combina due forme di terapia estremamente efficaci: La psicoterapia comportamentale: aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona ha in tali circostanze, mediante l'apprendimento di nuove modalità di comportamento. La psicoterapia cognitiva: aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti, certi schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni negative che vengono percepite come sintomi e ne sono la causa, a correggerli, ad arricchirli, ad integrarli con altri pensieri più oggettivi, o comunque più funzionali al benessere della persona.

 

Disturbi dell'età evolutiva:
disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, disturbi della condotta, disturbi dell'attenzione e iperattività.
Cos'è il disturbo d'ansia
Paura e ansia sono emozioni complesse che segnalano all'individuo la preoccupazione e l'attesa per qualcosa d'indefinito, di spiacevole e, soprattutto, minaccioso.
Come tutte le emozioni, anche l'ansia non è disfunzionale in sé ma, al contrario, è indispensabile per la sopravvivenza.
Tuttavia, la sovrastima del pericolo o la sottostima della capacità di farvi fronte, contribuiscono ad accrescere i sintomi d'ansia.
La maggior parte degli individui con problemi di ansia lamentano una lista numerosa di sensazioni e di disturbi: palpitazioni; tachicardia; sudorazione eccessiva; sensazione di soffocamento; dolore o fastidio al petto; sensazioni di sbandamento e/o di svenimento.
L'ansia diventa patologica quando l'intensità e la frequenza della stessa e delle condotte problematiche attuate di conseguenza (es. evitamenti, rituali di controllo, etc.) sono tali da produrre significative compromissioni nella vita del soggetto.

Cos'è il disturbo dell'umore
E' un disturbo caratterizzato da gravi alterazioni dell'umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un periodo e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale all'inferno della fase depressiva anche più volte durante la vita. La fase maniacale è caratterizzata da umore disforico, con una sensazione di ingiustizia subita e quindi grande irritabilità, rabbiosità e intolleranza.

Cos'è il disturbo della condotta
Il Disturbo della Condotta (DC) caratterizza quei bambini che manifestano comportamenti antisociali, come inganni e raggiri, danneggiamento di oggetti e proprietà, calunnie, insulti, sfide e aggressioni fisiche. Si distinguono due categorie di DC, una ad esordio in età infantile e una ad esordio nel periodo adolescenziale. Per porre diagnosi di DC il bambino o l'adolescente devono esibire aggressività persistente e/o comportamenti antisociali per almeno 6 mesi e tali comportamenti devono implicare menomazione nel funzionamento sociale e lavorativo/scolastico.

Cos'è il disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (DDAI) è uno dei più comuni disturbi neurocomportamentali e si manifesta, nella prima infanzia, principalmente con due classi di sintomi: un evidente livello di disattenzione e una serie di comportamenti che denotano iperattività e impulsività.
I sintomi relativi alla disattenzione si riscontrano soprattutto in bambini che, rispetto ai propri coetanei, presentano un'evidente difficoltà a rimanere attenti o a lavorare su uno stesso compito per un periodo di tempo sufficientemente prolungato. I bambini con iperattività - impulsività giocano in modo rumoroso, parlano eccessivamente con scarso controllo dell'intensità della voce, interrompono persone che conversano o che stanno svolgendo delle attività, senza essere in grado di aspettare il momento opportuno per intervenire; i genitori e gli insegnanti li descrivono sempre in movimento e incapaci di attendere il proprio turno. Tale disordine, se non trattato, espone al rischio di sviluppo successivo (adolescenza, adulti) di condotte antisociali, abuso di sostanze, difficoltà attentive, familiari, interpersonali ed educative.


Disturbi d'ansia:
attacchi di panico, fobia sociale e specifica, ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo.
Cos'è il disturbo di panico
E' una condizione caratterizzata da attacchi di panico inaspettati e ricorrenti e da una persistente preoccupazione per le implicazioni di tali attacchi che dura da oltre un mese.
I sintomi tipici del panico sono palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione di asfissia, dolore al petto, nausea, sensazioni di instabilità e sbandamento, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, parestesie, brividi o vampate di calore.
L'ansia che ne deriva spaventa a sua volta la persona avviando un vero e proprio circolo vizioso che può condurla in breve tempo ad un attacco. La paura della paura, insieme agli effetti indesiderati dei comportamenti protettivi, è perciò in buona misura responsabile della comparsa di nuovi attacchi di panico e, in definitiva, dello sviluppo e mantenimento del disturbo. Gli evitamenti contribuiscono a rendere ancora più problematico il quadro e svolgono un ruolo non secondario nel mantenimento del disturbo.

Cos'è la fobia sociale?
La fobia sociale (disturbo d'ansia sociale) è caratterizzata da ansia significativa indotta dall'esposizione a determinate situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico. Le persone affette da fobia sociale, a causa dell'intensa ansia, evitano la maggior parte delle situazioni sociali o vi si espongono con grande sofferenza.
Le situazioni che innescano comunemente allarme e disagio tra le persone affette da questo disturbo includono: parlare in pubblico; effettuare delle attività sotto lo sguardo altrui come, ad esempio, leggere in chiesa o suonare uno strumento musicale; mangiare insieme ad altre persone. Gli individui con la fobia sociale temono che le loro prestazioni o azioni appariranno agli occhi degli altri inadeguate e/o ridicole.

Cos'è il disturbo d'ansia generalizzato (DAG)?
Il disturbo d'ansia generalizzato è una forma clinica dei disturbi d'ansia.
È un problema che interessa prevalentemente le donne.
Come implica il nome, l'ansia che caratterizza il disturbo non è concentrata o elicitata da un particolare oggetto o situazione (ovvero, è aspecifica). Nel commentare le sue difficoltà il paziente è di solito assai preciso e appropriato nel riconoscere per primo la discrepanza tra dimensione reale delle difficoltà da affrontare e quota d'ansia che queste evocano, ma non riesce a fare a meno di preoccuparsi.
Il disturbo è cronico e di solito si presenta in età precoce.

Cos'è il disturbo ossessivo-compulsivo
Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo d'ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni: le ossessioni consistono in idee, pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e/o persistenti che insorgono improvvisamente nella mente del soggetto e che vengono percepiti come intrusivi, fastidiosi e privi di senso. Le compulsioni sono definite come atti mentali (es. contare, pregare, ripetere parole) o comportamentali (es. controllare, pulire, ordinare) ripetitivi, messi in atto in risposta ad un'ossessione secondo regole precise, allo scopo di neutralizzare e/o prevenire un disagio e una situazione temuta.
Chi soffre del disturbo generalmente si rende conto del fatto che le proprie preoccupazioni e condotte sono esagerate o insensate ma questa consapevolezza, non aiuta a modificare il comportamento.

Disturbi dell'umore:
disturbo depressivo e disturbo bipolare.
Cos'è il disturbo depressivo
La depressione è un disturbo molto diffuso.
Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso.
La combinazione tra un'adeguata farmacoterapia e la psicoterapia cognitivo-comportamentale aumenta significativamente il tasso di successi, sia nella cura dei sintomi acuti che della ricorrenza.

Disturbi specifici dell'apprendimento (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170):
dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia.
Cos'è la dislessia
La dislessia e' una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici, o da deficit sensoriali o neurologici.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica, perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, e di conseguenza non impara.
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione.
Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico é importante che venga fatta, al più presto una valutazione.

Perché diagnosticare precocemente la dislessia?
La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo, intervenire adeguatamente ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna").
La diagnosi precoce diviene uno strumento fondamentale di prevenzione del disagio psicologico secondario ad una difficoltà scolastica.
Quando il bambino è diagnosticato come DSA la scuola deve redigere il IL PERCORSO DIDATTICO PERSONALIZZATO – PDP – secondo quanto previsto dalla L. 170/2010.

Cos'è la discalculia
La discalculia è un disturbo specifico del calcolo che compare in età evolutiva.
La caratteristica di questo disturbo è una capacità del calcolo che è al di sotto di quanto previsto in base all'età cronologica del bambino e ad un'istruzione adeguata; non è imputabile a una lesione organica o ad un apprendimento insufficiente.
Nei bambini con rilevanti disturbi di calcolo sono presenti deficit nel concetto di numero, nelle abilità logico-operatorie, nelle abilità del calcolo e nel ragionamento aritmetico.

Cos'è la disortografia
La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. Alla disortografia si affianca spesso la disgrafia che è un disturbo del ritmo neuromotorio della scrittura non sempre dipendente da altri disturbi specifici dell'apprendimento. I sintomi della disortografia possono essere omissioni di grafemi o parti di parola (es. pote per ponte o camica per camicia), sostituzioni di grafemi (es. vaccia per faccia; parde per parte), inversioni di grafemi (es. il per li; spicologia per psicologia).
La disortografia può derivare da una difficoltà di linguaggio, da scarse capacità di percezione visiva e uditiva, da un'organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita, da un processo lento nella simbolizzazione grafica.

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento DSA - Cos'è la disgrafia?
La disgrafia è un disturbo specifico della scrittura nella riproduzione di segni alfabetici e numerici, e riguarda esclusivamente il grafismo. Può essere legata ad un quadro di disprassia, essere secondaria ad una lateralizzazione incompleta.

Emerge nel bambino quando la scrittura inizia la sua fase di personalizzazione, indicativamente (e solo genericamente) alla terza elementare. In genere il problema della scrittura disorganizzata viene sollevato dagli insegnanti elementari che lamentano la difficoltà di seguire il bambino nel suo disordine. Nelle due classi precedenti lo sforzo e il disordine sono in genere determinati dalla fatica dell'apprendimento, in terza elementare il gesto è abbastanza automatizzato da lasciar spazio alla spontaneità e, di conseguenza, all'evidenziazione della difficoltà.




LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170  scarica il pdf con il testo completo: LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 



  torna ai servizi  torna alla pagina dei servizi